top of page

Natura, storia e tradizioni

Il territorio comunale di Acquapendente, e al suo interno la Riserva Naturale di Monte Rufeno, è un lembo di Lazio che s'incunea tra le terre senesi ed umbre. Un polmone verde di foreste quasi interamente demaniali che ammantano fino ai 734 metri della sommità il monte Rufeno. A percorrerne i sentieri, è possibile sperare in un incontro con il cinghiale, il picchio rosso, il nibbio bruno, addirittura con lo scoiattolo o il Capriolo . Per conoscerne da vicino la ricchissima flora il posto giusto è il Museo del Fiore, allestito all'interno del casale Giardino presso Torre Alfina.

La posizione geografica decentrata, che assicura tranquillità e scarso disturbo antropico, ha consentito nell'area della Riserva la conservazione di una discreta fauna nonostante le quote non elevate e relativa facile accessibilità all'intero territorio. Tra i mammiferi sono presenti ad esempio il Capriolo , il tasso, l'istrice, la martora e, di passaggio, il lupo. Anche tra gli anfibi e i rettili sono segnalate specie di tutto interesse come la salamandrina dagli occhiali, la testuggine palustre, l'ululone dal ventre giallo. Granchi e gambero di fiume  testimoniano della relativa integrità ambientale. Quanto all'avifauna, essa comprende circa settanta specie di uccelli nidificanti, tra cui rapaci come falchi pecchiaioli, sparvieri e nibbi bruni, oppure passeriformi quali l'averla piccola e la magnanina. Anche il fiume Paglia  conserva una fauna ittica abbondante. Le specie più comuni di pesci che vivono nelle sue acque sono il cavedano, il barbo, la carpa ed il vairone, ma anche il più raro ghiozzo di ruscello. Lo sanno bene gli uccelli ittiofagi (cioè, letteralmente, che si cibano di pesce) ch'è possibile osservare lungo le sponde, come il martin pescatore, la garzetta, l'airone cenerino e il bianco maggiore. Lungo il corso del Paglia, inoltre, è segnalato il raro occhione.

Uomo e territorio

La Riserva presenta con i suoi vasti boschi un manto lussureggiante che spicca nella campagna circostante, per il resto connotata nei suoi paesaggi – già più umbri o toscani che laziali – dai disboscamenti e dalla messa a coltura dei terreni. Più che un monte un colle, coi suoi 734 metri, il Rufeno è pure ricco nel suo territorio di antichi casali, alcuni dei quali ristrutturati dall'ente gestore della Riserva per ospitare i visitatori.

L'area è attualmente quasi del tutto priva di insediamenti umani e ricoperta da boschi, ma l'opera dell'uomo nel modellare il paesaggio è stata incisiva. Fino agli anni sessanta l'area era di proprietà privata, gestita in forma mezzadrile. I casali erano abitati da contadini che praticavano la coltura di vigneti, oliveti, cereali alternati a prati-pascoli per l'allevamento del bestiame. Al graduale abbandono, causato dei bassi redditi, seguì l'acquisizione del territorio da parte dell'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali (A.S.F.D) e di conseguenza la pressione antropica diminuì sensibilmente.

L'A.S.F.D. eseguì estese opere di rimboschimento con conifere alloctone sugli ex coltivi, mentre il bosco ceduo, in precedenza intensamente utilizzato, fu lasciato invecchiare. Nel 1977 avvenne il trasferimento alla Regione Lazio e, in seguito nel 1983, l'istituzione della Riserva Naturale Regionale Monte Rufeno.

Storia e tradizioni

Acquapendente è stata a lungo un luogo di tappa importante sulla via di pellegrinaggio verso Roma e la Terrasanta, anzi gli storici locali collocano la fondazione stessa della cittadina tra il IX e il X secolo motivandola proprio con la presenza nell'area del tracciato della via Francigena. A indicarlo, d'altronde, è anche la dedicazione al Santo Sepolcro di una delle sue molte chiese, eretta accanto all'omonimo monastero e divenuta cattedrale. Il monastero dipendeva direttamente dal Santo Sepolcro di Gerusalemme e vi era connessa una casa di Templari.

La festa dei Pugnaloni, o della Madonna del Fiore o di Mezzomaggio, è la festa dei colori e dei profumi ed ha luogo nella terza domenica di Maggio, da otto secoli a questa parte. Si lega a un evento storico preciso, la cacciata dell'oppressore Federico I Barbarossa nel 1166 Si narra infatti che la Madonna del Fiore, apparendo miracolosamente a due contadini, diede al popolo di Acquapendente la forza di ribellarsi al luogotenente di Federico Barbarossa, che tiranneggiava sulla cittadina. E gli aquesiani, così si chiamano i cittadini di Acquapendente, da allora in segno di ringraziamento compongono grandi pannelli di 3,60 x 2,60 metri realizzati con fiori, petali e foglie raccolti nelle campagne circostanti. Selezionati in precedenza sulla base dei bozzetti presentati a una giuria, i quadri vengono esposti alla domenica mattina negli angoli più caratteristici del centro storico. Nel pomeriggio vengono spostati nella piazza del Duomo, dove si fanno ammirare fino alla finale processione, al termine della quale vengono portati nella cattedrale dove resteranno tutto l'anno fino all'edizione successiva della festa.

Di origini altrettanto antiche (1150) è la Fiera delle Campanelle, nata per permettere ai pellegrini che tornavano dalla Terra Santa e facevano sosta ad Acquapendente di vendere gli oggetti e le merci che avevano portato dall'Oriente. Le campanelle venivano appese al collo degli animali per attirare l'attenzione dei passanti, possibili acquirenti delle merci. Si svolge ogni anno, nella prima domenica dopo Pasqua; per l'occasione è aperto al pubblico il laboratorio di decorazione delle campanelle dove tutti possono cimentarsi nell'antica arte.

A luglio nel borgo di Torre Alfina ha luogo un Blues Festival.

Ad agosto si svolge la Fiera di San Bartolomeo.

bottom of page